In un momento in cui le politiche comunitarie sembrano dedicare nuova energia e attenzione crescente verso le giovani generazioni, a Modena apre battenti uno spazio incentrato sull’arte e sulla cultura: ONIRO.

Proprio su iniziativa di una rete di giovani nasce l’Associazione ONIRO con sede in via Borelli 20, per valorizzare da ora in avanti mostre di qualità intellettiva elevata. L’evento ha dato ai cittadini e al territorio un segnale di fiducia per la ripartenza in un momento segnato ancora dalla pandemia.

A “vestire” le pareti del nuovo circolo sono le 16 opere del Maestro Alfonso Frasnedi realizzate tra il 1996 e 2008 raccolte nella mostra La materia della felicita”. Da sempre attivo nel dibattito culturale, Frasnedi è tra gli artisti più quotati a livello nazionale, con una lunga e brillante storia espositiva che continua fino ai giorni nostri.

Ecovillaggio Montale era presente al taglio del nastro con  la madrina dell’associazione Silvia Pini, ideatrice dell’ecoquartiere e vice-presidente dell’Associazione per la RSI – Responsabilità Sociale d’Impresa.

Per il coinvolgimento di questa iniziativa desideriamo ringraziare Anna Spadafora psicanalista e brainworker presente alla cerimonia insieme al maestro Frasnedi, a Marco Muzzarelli e Sergio Dalla Val, scrittore e socio di Spirali edizioni.

 

L’arte si incontra con la natura. Ecco l’intervento della nostra Silvia Pini che sottolinea la vivacità culturale che si respira in questo spazio pronto ad ospitare nuovi artisti

 

Di seguito invece è disponibile l’intero servizio con gli interventi degli organizzatori e del Maestro Frasnedi.

 

Ma quali sono le caratteristiche della pittura di Alfonso Frasnedi?

Antonio Frasnedi

Una pittura completamente slegata dai limitanti concetti di forma e di rappresentazione, ma soprattutto intellettuale, quella di Alfonso Frasnedi, che con la sua generosità d’artista si arma di un pennello leggero, fatto di piume, e lo lascia scivolare sulla grande tela aperta della vita, inventando un racconto che incomincia, finemente intesse, prosegue e sempre rinnova, di opera in opera, per mezzo della carica emozionale del colore, del quale esplora senza paura ogni tono, spessore e sfumatura, comprese le sue ombre più abissali, i suoi accenti più contraddittori, lasciando che sia proprio il colore stesso ad aprire un dibattito sulla tela, fatto di alte voci e profondi silenzi.

Frasnedi è un artista senza paura, che si lascia ispirare dai grandi pittori di inizio Novecento, primo fra tutti Matisse e gli espressionisti, dai quali riprende l’idea del colore come principale veicolo dell’emozione, mezzo supremo per dar voce alla drammaticità nella pittura, ma rispetto ai suoi maestri non esita a fare un passo avanti: la forma è come un fatto, un contenitore, o meglio una confezione, che chiude e inquieta, inquadra lo sguardo, che soffocato dall’angoscia della ripetizione non può far altro che lasciarsi cadere nell’abisso, nero e tranquillo, del mare dell’astrazione, che porta con sé qualcosa di antico, di nuovo, di prossimo e di orientale. Ed è in questo mare che lo sguardo riposa ed entra in fermento, perché, come scrive Shen Dali commentando l’opera di Frasnedi:

“All’occorrenza il nero è silenzio profondo che fa mormorare sommessamente l’acqua in ebollizione, in effervescenza… e allo spettatore sembra di udire una voce di tenore, un concerto con voce di soprano”.

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