Cambiamento, progresso, ispirazione, condivisione. Sono alcuni dei valori che hanno caratterizzato la tappa del team di Ecovillaggio Montale alla scoperta del parco agroalimentare più grande del mondo: FICO (Fabbrica italiana contadina) EATALY WORLD, l’opera inaugurata il 15 novembre a Bologna.

Un percorso speciale nella sua semplicità: la terra da cui proveniamo e a cui, in particolare oggi, sentiamo il desiderio di tornare.

Il percorso di cui Ecovillaggio è stato testimone è quello che parte dalla terra da dove nascono e si coltivano le materie prime per poi, in ulteriori passaggi, arrivare alla cucina, al menu della ristorazione. Un viaggio sensoriale all’interno di un immenso parco che rappresenta la varietà e la qualità del cibo Made in Italy. Un esempio? Le mele. Nel mondo ne esistono 1200 varietà, di cui 1000 in Italia e 200 nel resto d’Europa.

Bologna, con l’apertura di FICO, si candida a città d’Europa e del mondo, costruendo di fatto un nuovo polo tra i più appetibili per i turisti.

L’unicità dell’esperienza di chi visita FICO sta nella presenza di 40 fabbriche non dimostrative ma che producono secondo la tradizione e con l’utilizzo sapiente della tecnologia: pasta, pane e altri beni alimentari di prima necessità. Offrendo la possibilità di acquistare prodotti o degustarli direttamente in uno tra le centinaia di ristoranti.

Una “Disneyland del cibo” connessa alla formazione, al mondo delle scuole e delle università grazie alla presenza di aule didattiche e laboratori messi a disposizione ai giovani futuri imprenditori.

L’evento ha visto Oscar Farinetti grande comunicatore sul palco della sala Cinema di FICO. Due ore abbondanti dedicate ai punti di forza del nostro Paese con i suoi 53 siti e monumenti Patrimonio dell’umanità “Unesco”. Una vera e propria lezione per i presenti in sala, tra cui Silvia Pini, Valentina Nigro, Stefano Scacchetti, Antonella, Deborah Annolino in rappresentanza di Ecovillaggio.

“Abbiamo pensato in grande – ha detto Farinetti nel suo discorso – ci siamo ispirati all’esperienza dell’EXPO di Milano.   Fico rappresenta il futuro anche se ripercorriamo il passato (da dove veniamo) e il presente (perché siamo chiamati ad agire adesso). Avere un progetto nella vita è fondamentale ed è quello che FICO ha offerto a tante aziende, tanti giovani offrendo un’opportunità di lavoro e di formazione sul campo”.

La conferenza si è conclusa con un decalogo da parte dell’ imprenditore che si definisce da sempre un soluzionista e che ha “rapito” letteralmente l’attenzione della platea, compresa la nostra delegazione, divisa tra applausi e appunti sul taccuino.

Per tutti coloro che avessero curiosità e voglia di leggere, ecco le 10 mosse per ricordare e riprendersi il futuro nonché la ricetta “Farinetti”:

  1. Saper gestire l’informazione;

  2. Individuare le priorità, semplificare;

  3. Pensare locale, agire globale;

  4. Saper narrare;

  5. Spostare il valore dal rispetto dal senso del dovere al senso del piacere (creando una coscienza civica);

  6. Never, never give up!

  7. Restare giovani (nella mente e nello spirito!);

  8. Copiare (nel senso di cogliere spunti di bellezza, dalle epoche del rinascimento e del risorgimento, ma anche da chi ha fatto prima di noi per poi rielaborare in un progetto unico);

  9. Saper cambiare;

  10. Fiducia, patriottismo e coraggio;

Oltre a gustare fino all’ultima parola della relazione e concludere con un’ottima cena bio offerta da Banca Mediolanum, in una delle piazze di FICO, possiamo dire di aver fatto tesoro di questa esperienza.

In particolare abbiamo imparato a: riconoscere i contadini come i veri e propri designers del nostro Paese; apprezzare la bellezza dell’Italia anche sul piano del patrimonio della biodiversità; avere un atteggiamento diverso, di rispetto verso gli elementi con cui siamo chiamati a convivere: l’aria, la terra, l’acqua.

Infine abbiamo ricordato a noi stessi quanto sia importante far rete e non isolarsi e non lamentarsi, insomma a riprendere il futuro nelle nostre mani, ora!

Ed è proprio “Ricordiamoci il futuro” il titolo del nuovo libro di Oscar Farinetti che non potevamo non acquistare con tanto di autografo.

 

 

 

Condividi su